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Pollice Illuminazione

La Storia

LA FONDAZIONE DELL’AZIENDA (1908-1938)

La Pollice Illuminazione è nata con Vincenzo Pollice, pioniere nel campo della luce che nel 1908 sperimentava e indagava, precorrendo i tempi di una tecnologia ancora da inventare.

Suo nipote, Ugo Pollice, anch’egli pugliese di origine, nasce a Taranto nel 1901 ma si sposta presto al nord con la famiglia.

Frequenta il Liceo Classico e poi il Politecnico di Milano laureandosi in Ingegneria nel 1923, a soli 22 anni. L’anno seguente effettua un periodo di apprendistato presso la Ditta “Alfieri e Colli”, oggi scomparsa, e vi compie le sue prime esperienze lavorative. Il 1925 è l’anno del suo debutto come dirigente. Si reca nell’originaria Puglia ed apre un ufficio di rappresentanze tecniche a Bari. Due anni più tardi estende la sua presenza anche a Roma, con un’altra sede. In tale occasione assume una rappresentanza assai importante, quella di agente unico per l’Italia centrale e meridionale di una ditta operante nel settore della costruzione di apparecchi di illuminazione razionale. E’ tedesca e ha sede a Lipsia, e si chiama ”Koerting & Mathisen”. La sua collaborazione prosegue negli anni successivi in modo efficace e i prodotti dell’azienda germanica vengono distribuiti con notevole successo. Così nel 1929 dopo soli due anni, l’Ing. Pollice è chiamato a Milano per dirigere l’ufficio di Rappresentanza Generale per tutta l’Italia. Gli si apre allora davanti un periodo che gli offre ampie possibilità di approfondire le sue conoscenze nel campo della scienza illuminotecnica, sia per l’aspetto tecnologico che per quello applicativo e commerciale.

L’Italia di quel tempo si avviava e tendeva a diventare un grande Paese industrializzato e civile ma, per larga parte, si può dire che ancora non lo fosse. E ciò sia per la predominanza dell’agricoltura (a volte semifeudale e baronale) sull’industria, sia per lo stato parziale di quel processo di modernizzazione delle campagne che prevede e vede poi sorgere nei villaggi e nei piccoli centri officine, attrezzature sanitarie, impianti sportivi e di illuminazione che seguono, e non possono precedere l’opera della elettrificazione su scala nazionale.

Ma proprio in fronte a questa carenza di infrastrutture civili e sociali, molti industriali decisero in quegli anni di dedicarsi alla produzione necessaria a coprire tali “vuoti”. E fra essi, tra i primi, fu anche l’Ing. Ugo Pollice e la sua specializzazione si rivelò altamente competitiva da permettergli di  vincere importanti commesse nel settore delle infrastrutture.

Il 1933 è l’anno assolutamente fondamentale  per  la storia  industriale dei  Pollice, l’anno della svolta. Si dimette da rappresentante della Casa di Lipsia, ed inizia a lavorare in proprio. Fonda  un’impresa che nell’arco di pochissimi anni si sviluppa considerevolmente: la “Pollice Illuminazione”, inizialmente con sede in via Timavo e  successivamente in via  Melchiorre Gioia a Milano.

La società si dimostra subito molto dinamica e  pronta a cogliere le opportunità legate ai grandi progetti, come La nascita a Milano della Triennale – la prima Mostra di Architettura. Il cinema  sonoro era appena nato.     

In quest’epoca  la Pollice Illuminazione dispone già di un catalogo di apparecchi illuminanti di tale  ricchezza da lasciare letteralmente stupefatti. Il catalogo prodotti di una azienda è sempre un documento di grande interesse. E’ un pezzo di storia industriale. Il primo catalogo 101, ha ben oltre 100  apparecchi di illuminazione, fotografati uno ad uno, illustrati con disegni e accompagnati da un piccolo trattato di  illuminotecnica! Una consistenza ed un’estensione di impieghi da grande industria: apparecchi ornamentali, diffusori, plafoniere, apparecchi per cinema e teatro, a sospensione, a piedistallo, armature stradali,…. Pochi anni dopo, un successivo catalogo arrivava ad una presentazione  ancora più sofisticata, con ben 500 apparecchi.

Il nome dell’industria Pollice quindi si afferma decisamente, già a metà  degli anni ’30, nella costellazione della nascente illuminotecnica nazionale, sul piano della innovazione, produzione di qualità, capacità di espansione commerciale.

GLI ANNI DEL BUIO E DELLA SPERANZA (1939-1959)

Quando scoppia la Seconda Guerra Mondiale, nel 1940, la Pollice Illuminazione occupa più di 100 dipen­denti e continua a lavorare durante gli anni del conflitto. Quando le bombe danneggiano irreparabilmente lo stabilimento, Ugo Pollice non si perde d’animo e coltiva la speranza nelle sue maestranze: riesce così ad assicurare la continuità produttiva. Provvidenzialmente, aveva già trasferito parte deli macchinari e del personale in alcuni laboratori esterni a Parabiago e a Certosa di Pavia Al cessare delle ostilità, con la ricostruzione del Paese, dal 1947 in poi, torna in attività con prestigiose commesse pubbliche.

L’azienda viene incaricata, dai Ministeri della neonata Repubblica, della ricostruzione dell’illuminazione di tutto il sistema ferroviario sul territorio nazionale e vince altre commesse per l’illuminazione delle filiali di numerosi istituti bancari e del Palazzo Rai di Roma (1963). L’azienda si espande e al Presidente Ugo Pollice si affiancano due amministratori delegati, i figli Marco e Cesare. Il nuovo stabilimento sorge a Milano in Via Pisino, la sede resta in Corso Venezia, nell’edificio disegnato da Gio Ponti. Ugo Pollice prosegue la collaborazione con i grandi architetti di allora, riuscendo a far risplendere sia le loro opere più grandiose che gli oggetti più semplici. L’evoluzione tecnologica portava sul mercato nuove sorgenti di luce: lampade a vapori di sodio (luce arancione), lampade a ioduri metallici, i vapori di mercurio a tubo fluorescente e a bulbo flu­orescente ed altre ancora. La produzione della Pollice Illuminazione in questi anni è fortemente influenzata dalla filosofia di Gio Ponti, un designer universale che ha disegnato moltissimi oggetti nei più svariati campi artistici e che con Ugo Pollice ha condiviso progetti e realizzato lampade ancor oggi senza tempo. La dinastia familiare prosegue con Cesare Pollice, laureato in fisica pura all’Università di Pavia, che arricchì con la sua esperienza e il suo entusiasmo il patrimonio immateriale dell’azienda. E fece di essa un punto di riferimento nel settore dell’illuminazione, a livello internazionale. Con la stessa passione e dedizione del padre egli portò avanti soprattutto il concetto di ‘luce pubblica’, declinandolo in ‘luce per la città’, ‘luce per abitare’ e ‘luce per la salute’.

LUCE E DESIGN NEGLI ANNI DEL BOOM (1960-1970)

Negli ultimi Anni Cinquanta l’espansione urbanistica delle città fu seguita da quella degli impianti di illumi­nazione. È proprio in questo periodo che operavano Marco e Cesare Pollice, progettando sistemi di illumi­nazione eleganti per le zone centrali ricche di monumenti, funzionali per le periferie e le zone industriali e innovativi per le nascenti autostrade in tutta Italia.

I preparativi per le celebrazioni del centenario dell’Unità d’Italia diedero un grande impulso al miglioramen­to dell’ illuminazione pubblica nazionale. Proprio a partire dagli Anni Sessanta, l’illuminazione pubblica rivelò per la prima volta un risvolto artistico, come dimostrarono i giochi di luce delle fontane e i suggestivi scorci progettati per molti capoluoghi di provincia, da Bari a Pavia. Ma l’innovazione in quegli anni passò anche per i piccoli centri urbani. Ancor oggi sono decine i paesi della Lombardia illuminati dagli apparecchi Pollice creati in quegli anni, che sono ancora perfettamente funzionanti.

Per supportare la grande mole di commesse pubbliche ricevute in tutta Italia per uffici, strade, ospedali, complessi industriali, nel 1968 venne inaugurato un secondo impianto ad Aprilia, alle porte di Roma, che contribuì, inoltre, allo sviluppo economico del Mezzogiorno.

Cesare Pollice, dal carattere dinamico ed estroverso, era sempre presente laddove si facevano esperimenti o si provavano gli effetti di nuovi impianti di illuminazione, impegnato in una costante ricerca delle soluzioni più avanzate e di una qualità che riteneva più importante dello stesso risultato economico. I progetti più importanti della Pollice in quegli anni riguardano fra gli altri, l’illuminazione dell’Aeroporto di Linate, l’Autostrada del Sole, della Galleria Vittorio Emanuele e del Duomo di Milano, della Certosa di Pavia (1962) il Palazzetto dello Sport e il Vigorelli a Milano, le Torri Palatine a Torino (1963), la città giudiziaria di Roma (1968), delle catene Hilton, Sheraton e Ciga a Milano.

In questi anni la produzione del catalogo Pollice fu permeata da nuove istanze che andavano affermandosi nel mondo della luce, come per esempio la “Light and Space Art” di provenienza americana.

Considerato uno sviluppo della Minimal Art degli anni Sessanta e Settanta, il Movimento “Light and Space” incentrava la sua ricerca sull’influenza che le forme geometriche e l’uso della luce potevano avere sull’am­biente e sulla percezione dello spettatore, dando vita a installazioni di grandi dimensioni in grado di coinvol­gere gli utenti in un’esperienza sensoriale travolgente, che potesse essere letta come un moderno concetto di sublime.

ANNI ‘70, LA ‘RIVOLUZIONE ILLUMINOTECNICA’ (1970-1979)

Nel 1971 l’azienda Pollice Illuminazione si trasformò nella Pollice Spa che, alla morte di Ugo Pollice, venne riorganizzata in due divisioni: Pollice Interni, diretta da Marco Pollice e Pollice Esterni diretta da Cesare Pollice. Tra i progetti di questi anni ci sono l’illuminazione per l’aeroporto di Fiumicino (1973) per la Via Caracciolo di Napoli (1970), l’illuminazione della Fiera di Milano (1972) , di Genova Cornigliano (1972). Già da qualche anno la progettazione illuminotecnica finalizzata alla percezione iniziò a considerare l’essere umano, con le sue esigenze, come fattore attivo della percezione e non più come semplice recettore di un ambiente visivo. Il progettista analizzava quale valore di posizione possedessero singole aree e funzioni.

Sulla base di questo modello di significato divenne possibile pensare all’illuminazione come terzo fattore, dandole finalmente una forma adeguata. Questo richiedeva criteri qualitativi e un vocabolario specifico, che permettesse di descrivere sia i requisiti di un impianto di illuminazione, che le funzioni della luce.

Cesare Pollice è stato un pioniere della progettazione illuminotecnica qualitativa, che riassume in un con­cetto unitario gli stimoli tratti dalla psicologia della percezione e dall’illuminazione scenica. Egli applicò tra i primi il concetto di “ambient luminescence”: l’illuminazione generale dell’ambiente, con al suo interno ben visibili lo spazio, nonché gli oggetti e le persone che vi si trovano.

La ‘luce per vedere’ era solo la base di una progettazione illuminotecnica che andava oltre. Non si cercava di ottenere un’illuminazione “di massa” con un supposto illuminamento ottimale, bensì un’illuminazione dif­ferenziata. Con gli apparecchi rispondenti al concetto di ‘luce per guardare’ egli assegnava ad essa il com­pito di contribuire attivamente alla trasmissione di informazioni. Le zone con le informazioni più importanti venivano evidenziate da un’illuminazione accentuata, mentre le informazioni secondarie erano investite da un livello inferiore d’illuminazione. L’ambiente visivo veniva riconosciuto nelle sue strutture e nel significato dei suoi oggetti. Ciò valeva ugualmente sia per l’orientamento nello spazio – per esempio una rapida dif­ferenziazione tra un ingresso principale e uno secondario – che per l’accentuazione di oggetti, ad esempio la presentazione di articoli merceologici o la messa in risalto di sculture.

IL TEMPO DELLE SCELTE (1980-1996)

Gli Anni Settanta si conclusero con la morte del padre Ugo e con i fratelli Pollice che decisero di dividere le pro­duzione degli apparecchi per interni da quella di apparecchi per esterni. Nascono la Pollice ES che rimase a Cesare e la Pollice IN srl, intestata a Marco. Nel 1982 Cesare rilevò la società del fratello e ricostituì la Pollice Illuminazione, che qualche tempo dopo venne assorbita dalla Fidenza Vetraria SpA.

Cesare Pollice decise di proseguire la sua attività come consulente. Nella nuova realtà lavorarono inizial­mente anche i suoi figli Alfredo e Marco .

Nel 1987 egli diede vita, con i figli Alfredo e Marco a uno studio di progettazione e consulenza, lo Studio Pollice Light Consulting, che proponeva soluzioni molto innovative in fatto di sistemi di illuminazione per interni, grandi superfici, parchi, giardini e mostre. Negli stessi anni egli divenne anche membro del­la Commissione Italiana di Illuminazione del CNR, nel gruppo di lavoro ‘applicazione dell’illuminotecnica’ dell’UNI, divenendo inoltre Presidente della Commissione Tecnica del Gruppo 10°, illuminazione dell’Anie, oggi divenuta Assil. Fu anche consigliere di Aidi, consulente dell’Enea e membro del comitato di redazi­one della rivista Luce, organo ufficiale di Aidi. La giovane generazione dei Pollice portò in questa attività anche una solida formazione del campo dell’illuminotecnica e una loro storia culturale vissuta all’estero: la laurea in Advanced Light Technology all’Università di Cleveland di Al­fredo, che si era diplomato in industrial design alla Scuola Politecnica di Milano. Egli ampliò inoltre le sue conoscenze lavorando alla Mc Grow Edison Energy Saving di Chicago. Il secondogenito Marco, specializ­zato al Politecnico di Milano in illuminotecnica e a New York in regia cinematografica, trascorre invece nove anni nel mondo delle sorgenti luminose, presso la Osram, approfondendo le sue conoscenze tecniche e imparando a riconoscere le complicate e diverse esigenze del mercato. Dopo la morte del padre avvenuta nel 1992, affiancò il fratello Alfredo in una proficua collaborazione che li portò a importanti progressi in fatto di progettazione illuminotecnica, design e di ‘luce custom made’.  Con base a Milano in Via Terraggio, i due raggiunsero numerosi traguardi e successi, distinguendosi con progetti innovativi, in particolare nell’ambi­to dell’exhibition design. Di questi anni sono alcuni importanti progetti illuminotecnici firmati Pollice: quello per lo Stadio delle Alpi di Torino, per la nuova illuminazione della Piazza del Duomo di Milano. Altri lavori per committenze pubbliche e private sono stati realizzati su commessa di grandi nomi dell’architettura mondiale, quali Vittorio Gregotti e Mario Bellini e molti altri.

LA RINASCITA DELLA POLLICE ILLUMINAZIONE (1996-oggi)

Marco Pollice inizia una nuova avventura dopo l’improvvisa scomparsa di Alfredo nel 1997, che ha lasciato un grande vuoto professionale ed umano. Nel 1998 rispolvera il marchio Pollice Illuminazione che nel 2000 diventa srl, con sede sempre a Milano in Via Giovanni Rasori 12. Proseguire la tradizione di famiglia nel mondo della luce è una sfida ancora più ardua al volgere del Millennio: per vincerla egli riscopre l’antropo­centrismo rinascimentale di Leonardo da Vinci, ponendo l’uomo al centro di ogni suo progetto illuminotecnico. L’attenzione all’individuo, alla sua cultura, al suo benessere e al suo sguardo si completa con un costante impegno a fare bene, non prescindendo mai dalla qualità.

La grande creatività di Marco Pollice è potenziata da una importante peculiarità: riuscire a vedere, già al primo colpo d’occhio, la realizzazione finale di un’idea. Ma Marco Pollice va oltre: inizia un percorso che fa della cultura della ‘materia luce’ un fine. Egli si circonda sempre più di esperti nel settore, ma anche di artisti, architetti, medici, psicologi e designer: tutti coloro che ruotano intorno all’uomo, per progettare il suo benessere psicofisico in un ambiente sano.

In questi anni Marco Pollice ha progettato in questo modo straordinari scenari luminosi con altissima com­petenza illuminotecnica. Hanno la sua firma il flagship store di Stuart Weitzman realizzato a Milano e Roma con l’architetto Zaha Hadid (menzione speciale della giuria premio Codega per l’innovazione illuminotecnica) , lo Stadio delle Alpi a Torino, lo Stock Exchange di Istanbul con Aldo Cibic, la linea M3 a Milano con Claudio Dini, l’illuminazione dell’area fieristica Portello a Milano con Mario Bellini, la villa di Alberto Alessi sul Lago Maggiore con Aldo Rossi, lo show room Mariella Burani con Antonio Citterio, lo Stadio Meazza di Milano, lo yacht Wally e le sedi centrali a Milano di Vodafone e Bloomberg. Consulente per il Grand Hotel Villa d’Este di Cernobbio – Como e per il Resort Golf Hotel di Castiglion del Bosco a Montalcino – Siena. Parallelamente Marco Pollice disegna e produce lampade custom made per arrivare laddove manca qualcosa nella produzione industriale, per soddisfare le esigenze dei suoi esclusivi clienti.

Il posto che la Pollice si è conquistato in tutti questi anni, forse non è molto conosciuto, ma è sotto agli occhi di tutti, come un museo a cielo aperto.

Uffici, alberghi, residenze, strade, complessi industriali, cinema, teatri, le gallerie autostradali o ferroviarie che quotidianamente attraversiamo, gli stadi e gli impianti sportivi illuminati a giorno che ci consentono di partecipare o assistere alle gare in notturna, e mille altre situazioni proprie della vita associata, spesso sono infatti progettati dai Pollice.

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